07/09/2021

IRRETIMENTI

Abbiamo già accennato al tema dell’inclusione, e del suo contrario. Spesso dal campo familiare viene escluso un membro, o più di uno, magari perché porta con sé storie di dolore

Eppure sappiamo che non dobbiamo e non possiamo farlo perché il sistema familiare non ce lo permette. Una volta che qualcuno entra nel nostro campo, non possiamo più allontanarlo. L’intuizione di Hellinger, poi, sta nel comprendere non solo i membri della famiglia biologica, ma chiunque abbia interagito con la famiglia stessa, influenzato in modo significativo.Poiché il sistema non tollera i vuoti, l’esclusione di un elemento si ripercuote nel campo toccando la sfera di qualcun altro. La nostra vita scorre all’interno dei cosiddetti campi morfici che influenzano le nostre scelte, i comportamenti, l’intera esistenza. Come abbiamo già detto, ogni variazione, anche minima, provoca cambiamenti a tutto il sistema e ogni esclusione è spesso il frutto di coscienza, lealtà e amore cieco. Escludendo un membro, ne prendiamo il posto, e diventiamo come lui (o lei) per rappresentarlo/a.

Le dinamiche di irretimento si sciolgono guardando gli esclusi, sia che si tratti di vivi o di morti, riconoscendoli e accettandoli per riportare l’ordine nel sistema.

Il verbo costellare significa conoscere le proprie costellazioni per uscire dai nostri irretimenti, dalle nostre prigioni e crescere come singoli e come parti di un gruppo. Durante un seminario sul copione, ho capito che noi viviamo secondo un programma segreto, un copione vero e proprio che rappresentiamo sul palcoscenico della nostra stessa vita replicandolo quasi parola per parola. Il copione, come sostiene Eric Bern, è “complesso insieme di transazioni che possono durare tutta una vita”. Rogoll Rudiger aggiunge: «Come un attore interpreta un personaggio, fedele al suo manoscritto o copione, così anche noi sviluppiamo la vita secondo una specie di dramma, seguendo il copione della nostra vita[1]».

Durante la nostra vita noi recitiamo questo copione anche se è già stato rappresentato già prima da qualcun altro nella nostra famiglia, ed è un copione dal quale ci facciamo prendere completamente, ripetendo sempre la stessa storia. Nel corso del seminario ho avuto la possibilità di comprendere meglio cosa fosse un irretimento e soprattutto cosa comportasse: ho capito che ognuno di noi ha un destino e che questo destino è connesso a chi abbiamo più vicino, all’interno di una rete di destini personali che si incontrano e si influenzano a vicenda. A volte proviamo a sfuggire al nostro destino; altre proviamo a farcene carico: prendiamo il peso dalle spalle di qualcun altro e lo trasferiamo sulle nostre. Eppure chi cerca di aiutare a ogni costo si troverà a fallire, prigioniero di un irretimento che trascende le generazioni. Oggi so che grazie al metodo delle costellazioni è possibile uscire dal tunnel degli irretimenti: costellando, difficoltà incomprensibili diventano “sensate” e quindi superabili. Attraverso le costellazioni ho iniziato a fare i conti con tutto questo.



Rüdiger Rogoll , Prenditi come sei. Acconsentire a se stessi. 2018 Rotomail Italia S.p.A. pg. 73

La coscienza collettiva cerca di salvare la sua integrità a ogni costo, senza criterio di valutazione rispetto ai mezzi che usa e poiché il sistema non distingue i vivi dai morti, l’appartenenza prosegue oltre la tomba. Ecco perché nessuno può separarsi o essere separato dalla sua famiglia. Ed ecco perché anche se neghiamo il diritto di appartenenza al sistema a uno dei membri, la sua essenza non se ne va.

C’è a questo punto un’altra domanda che si impone: gli irretimenti sono quindi una catena continua sempre più complessa? I destini dei singoli sono per lo più destini di altri? La regola ci dice che prima o poi un membro della famiglia assume il destino dell’escluso. La personalità del membro che prende il posto dell’escluso resta, così come la sua natura, ma i sentimenti, le emozioni e gli eventi che vive sono simili a quelli dell’escluso. Inconsciamente, nel sostituire un escluso, esistiamo, pensiamo e addirittura ci ammaliamo come l’escluso. Il nostro corpo, come comunità di cellule, vibra e risuona di ferite altrui, di corpi massacrati, mutilati che urlano il loro dolore. Lavorando nel sociale, ogni giorno sono di fronte a disagi profondi. Droga, gioco d’azzardo e alcol fanno da padroni, in un cocktail che uccide lo spirito e distrugge il corpo. Cosa scioglie questa legge inderogabile? Ancora una volta lo sguardo, lo sguardo rivolto agli esclusi e la loro accettazione, vivi o morti che siano, affinché possano trovare di nuovo uno spazio nel cuore dei familiari e nel sistema che li comprende. Questa coscienza è al servizio dell’amore e si riappacifica quando vediamo l’altro come un nostro simile, riconoscendo il suo diritto di appartenenza e riportando equilibrio nel sistema. Solo così si può guardare avanti.

Nei casi di dipendenza generalmente manca il padre. La dipendenza è la ricerca del padre

Attraverso la mia formazione, con il lavoro delle costellazioni, riesco a dare una risposta alla richiesta d’aiuto dei miei utenti. Il loro sintomo (la dipendenza da sostanze) altro non è che espressione di una disarmonia che indica proprio ciò che era escluso. Nel prendere coscienza dei nostri irretimenti, troviamo le nuove strade di libertà che sono sempre tracciate dagli ordini dell’amore. Un amore con lo sguardo, attento, in grado di evitare tutti i trabocchetti dell’amore cieco. Un amore che crede di poter modificare, salvare, agire sugli argini dell’amore, sui fatti già scritti, e spesso tragicamente già in atto nel sistema familiare. Come operatore, attraverso il lavoro di Hellinger, rifletto e deduco che uno degli errori nei quali si incorre soprattutto nel sociale è credere che i pazienti vogliano liberarsi veramente dai loro problemi. Spesso proprio noi operatori formuliamo “diagnosi” che utilizzano questi mezzi come conferma dei disagi d’origine. Così però facciamo il loro gioco: confermiamo nei pazienti i loro bisogni, il legame con i loro dolori, in modo da farli sentire “con-presi”. La soluzione, ogni soluzione, può fare male, compresa quella buona, poiché come dice Hellinger, la soluzione richiede umiltà e qui agiscono forze più grandi di noi. Lo vediamo, ma nessuno può intervenire, ad esempio per cercare una buona soluzione

TRATTO DA "IL CORPO E L’ANIMA. I LORO MOLTEPLICI SIGNIFICATI NELLE NUOVE COSTELLAZIONI FAMILIARI SPIRITUALI" - DOTT.SSA FLAVIA ACCINI

Dott.ssa Flavia Accini, psicologa, costellatrice familiare sistemica Hellinger Schule®, formatrice, counselour di coppia, psicodrammatista, facilitatrice Mindfulness e Meditazioni Attive di Osho, formata in tecniche di Guarigione Sciamanica.

Dott. Daniele Leone, formatore, insegnante, esperto di tecniche di guarigione e terapie di Gong riconosciuto dalla Scuola Internazionale di Gong di Don Conreaux. Diploma di Accordatore Planetario secondo le conoscenze di Antroposofia di Rudolf Steiner.